A Roma con gli operai Ogr tra il fantasma dell’amianto e il bisogno di giustizia

A Roma con gli operai Ogr tra il fantasma dell’amianto e il bisogno di giustizia

Da la Repubblica del 20 goiugno 2014

In viaggio sul treno che all’alba li ha portati a Montecitorio “Sono morti cinque di noi, dateci risposte e garanzie per il futuro” BEPPE PERSICHELLA NON c’èl’amianto sultreno che all’albaporta i lavoratori delle Ogr a Roma, sotto Montecitorio. C’è però tutta la paura di chi, in soli sei mesi, ha visto morire cinque
colleghi per colpa di quel tumore, il mesotelioma pleurico, che non lascia speranze. Ma ieri i malati di amianto in pensione sono rimasti a casa. Davanti alla Camera dei deputati si sono presentati invece i lavoratori più giovani, uomini che non riescono più a gestirei’ ansia di questo terribile 2014. Perché c’è un tempo per piangere i morti e un tempo per rivendicare il diritto a un luogo di lavoro sano. Per
questo hanno pensato che la loro voce andasse fatta sentire proprio lì dove abita il potere. Si ritrovano tutti in stazione centrale, direttamente sul binario del Frecciarossa per Roma.
Ci sono i bolognesi, i pendolari dal Veneto, i riminesi, qualcuno sale quando il treno si ferma a Firenze. Occhi stanchi per il poco sonno, si sono presi tutti un giorno di ferie e pagato con i loro soldi il biglietto. Dopo due ore giungono a Termini e da lì improvvisano un corteo fino a Montecitorio. Appena arrivati, srotolano due lunghi striscioni, appoggiano per terra alcuni dei tanti santini con le foto, i nomi e i cognomi dei 200 morti di amianto a Bologna degli ultimi anni. Indossano una maglietta bianca uguale per tutti, che con sarcasmo invoca il «silenzio» perché «non si deve sapere».
Adesso aspettano solo che qualche deputato si accorga di loro.
A notarli per primi sono però i passanti che si fermano a fare domande. Ai lavoratori basta la parola amianto per ricevere solidarietà. Chiamano qualche parlamentare bolognese: c’è chi promette di venire e poi mantiene, e chi dice sì, forse, faccio il possibile, ma non si fa vedere.
Chiedono tre cose precise: lo sblocco del piano nazionale amianto (che significa bonificare il territorio), la nascita di uno sportello che assista i malati, e poter andare in pensione il prima possibile. «Perché raccontano la nostra speranza di vita è inferiore alla media». Difficile contraddirli. Soltanto negli ultimi sei mesi, a fine gennaio muore il caporeparto Valter Nerozzi, pochi giorni dopo se ne va Valther Nannetti, a febbraio scompare Enzo Sermenghi, tempo due settimane e smette di combattere un lavoratore esterno alle Ogr. L’ultimo decesso avviene a maggio, è l’elettricistaAntonio Zauli. «Chiediamo giustizia per i morti e per ivivi»,dice dal megafono Salvatore Fais, delegato Cgil. Anche questa volta ha organizzato tutto lui. Stanco di piangere i colleghi uccisi dalla polvere killer, ha pensato che un sit in davanti alla Camera potesse dare ai vivi la forza per reagire. In fabbrica da mesi non parlano d’altro. Per un po’ di tempo si sono illusi che l’amianto rappresentasse il passato. Poi quelle morti hanno riportato a galla spavento, angoscia e panico. Anche perché l’amianto, seppur bandito dal 1992, c’è ancora. Ricompare non di rado in piccole guarnizioni che arrivano da aziende straniere.
«Spiegateci perché dobbiamo ancora toccarlo dopo che ha ucciso tanti nostri colleghi» è la domanda che i lavoratori si fanno. Con questo stato d’animo incontrano il primo deputato, Giovanni Paglia di Sel. Poi è il turno dei bolognesi Andrea De Maria e Marilena Fabbri del Pd, e per ultimo Alberto Zolezzi del M5S.
Mettono al corrente i lavoratori che, solo pochi giorni fa, la Camera ha votato una mozione
contro l’amianto. Non è molto ma nemmeno poco: è da lì che il governo Renzi se vuole potrà partire. «Ora tocca all’esecutivo» spiegano. Quando è ora di pranzo, si smonta tutto e si ritorna a casa. Qualcuno coglie l’occasione al balzo per visitare Roma. «Quando ci ricapitapiù?», scherzano.
Qualcuno se la ride, qualcun altro riflette. Il più giovane viene da Foggiae voleva da sempre fare il ferroviere. Si chiama Michele Casolaro e non ha timore di denunciare quello che ogni giorni vede in officina. Però alla sua famiglia che vive in Puglia tutte queste cose non le dice. «Non voglio che si preoccupino». Con i colleghi più grandiscende sempre in piazza quando serve, e spera che prima o poi anche i più giovani si uniscano alla lotta. «Credono che l’amianto non sia un problema che li riguarda, ma si sbagliano, perché io quando guardo i colleghi più anziani non vedo il loro passato ma il mio futuro».
Si ferma un deputato di Sel, poi arrivano i bolognesi del Pd “Ora tocca al governo” “Io l’amianto lo trovo ancora, non più in polvere ma compatto,quindi siamo esposti”.

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Il testo della mozione presentata il 18 giugno alla Camera dei Deputati e approvata all’unanimità:

Mercoledì 18 giugno 2014, seduta n. 248
La Camera, richiamando le premesse delle mozioni oggi all’ordine del giorno,
impegna il Governo:
ad approvare definitivamente il Piano nazionale amianto, prevedendo i finanziamenti necessari alla sua completa attuazione;
ad attivarsi, per quanto di competenza, in accordo con le regioni, affinché in tempi congrui sia concluso il programma dettagliato di censimento, bonifica e smaltimento dei materiali contaminati tramite i piani regionali amianto;
ad assumere iniziative per incrementare, compatibilmente con gli attuali vincoli di finanza pubblica, le risorse assegnate al Fondo per le vittime dell’amianto, istituito dalla Legge finanziaria 2008, e rivedere l’attuale legge pensionistica, per garantire benefici ai lavoratori colpiti da patologie amianto-correlate;
ad assumere iniziative, compatibilmente con gli attuali vincoli di finanza pubblica, volte ad estendere le prestazioni del Fondo non solo a coloro che abbiano contratto una patologia amianto-correlata per esposizione professionale all’amianto ma anche ai familiari delle vittime o a coloro che comunque pur non lavorando direttamente con l’amianto siano stati comunque esposti avendo poi contratto tali patologie;
a prevedere di attivare iniziative – anche in ambito europeo – per escludere dal saldo finanziario rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno – le spese per gli interventi di messa in sicurezza e bonifica dell’amianto;
ad assumere iniziative, compatibilmente con gli attuali vincoli di finanza pubblica, per finanziare adeguatamente sia il Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubblici, istituito dalla Legge finanziaria 2008, e mai reso operativo per mancanza di risorse, dando priorità alla messa in sicurezza e bonifica degli edifici scolastici ed universitari, delle strutture ospedaliere, delle caserme, degli uffici aperti al pubblico, sia il Fondo unico per l’edilizia scolastica di cui all’articolo 11, comma 4-sexies, del decreto-legge n. 179 del 2012 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221 del 2012;
ad avviare un’intesa con le regioni e le province autonome per concordare le modalità di regolamentazione delle «micro-raccolte di amianto» anche con il coinvolgimento delle aziende municipalizzate locali di raccolta rifiuti e ad individuare in ogni regione dei siti di discarica del materiale rimosso, a tal fine individuando siti idonei allo smaltimento in sicurezza di scarti pericolosi;
ad assumere iniziative per semplificare le modalità di erogazione della prestazione aggiuntiva, fissandola in una percentuale che rimanga fissa negli anni per garantire le risorse al fondo anche negli anni futuri;
a emanare qualora ne sussistano le condizioni, anche di carattere finanziario, gli atti utili a riconoscere valido, in sostituzione del curriculum lavorativo, l’estratto matricolare mercantile o la fotocopia autenticata del libretto di navigazione, quale documento probante l’esposizione all’amianto da parte del lavoratore marittimo;
a promuovere campagne di informazione sul rischio amianto soprattutto nei luoghi di lavoro e sulle possibili conseguenze della presenza di amianto dal punto di vista ambientale e sanitario;
a valutare la necessità di predisporre misure in termini di diagnosi precoce al fine di tutelare la salute dei cittadini esposti al rischio amianto;
a rafforzare i sistemi di verifica della tracciabilità dell’amianto, altresì stimolando lo smaltimento sostenibile valutando altresì la possibilità di determinazione di un prezzario nazionale per le singole tipologie di opere di bonifica;
ad adottare eventuali iniziative normative che siano utili sia al fine dell’introduzione di un criterio di riequilibrio rispetto al mero requisito temporale per il riconoscimento dei benefici previsti dalla legge n. 257 del 1992 sia al fine di garantire il risarcimento del danno in favore dei soggetti contaminati, nel pieno rispetto degli attuali vincoli di bilancio ed assicurando la necessaria equità complessiva alla disciplina vigente;
a valutare ogni soluzione per garantire un rifinanziamento della complessiva dotazione finanziaria del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, attraverso il ripristino delle risorse, relativamente limitate nel quadro dei saldi di finanza pubblica, finora sottratte, almeno per una quota aggiuntiva finalizzata al sostegno delle attività del centro in materia di amianto;
a proseguire con determinazione l’impegno già assunto e portato innanzi in sede internazionale per la lotta alla produzione, al commercio e all’utilizzo delle fibre di asbesto, con particolare riferimento al riconoscimento del crisotilo quale sostanza nociva al pari delle altre tipologie di amianto, e per il rafforzamento del sistema dei controlli sulle importazioni di merci contenenti tale materiale ancora largamente in uso nei mercati emergenti.
(1-00505)
(Ulteriore nuova formulazione) «Migliore, Bargero, Grande, Dorina Bianchi, De Mita, Palese, Fedriga, Taglialatela, Balduzzi, Di Lello, Di Salvo, Zan, Nicchi, Airaudo, Zaratti, Piazzoni, Pellegrino, Aiello, Lavagno, Duranti, Speranza, Borghi, Cuperlo, Fiorio, Portas, Boccuzzi, Antezza, Amoddio, Basso, Beni, Baruffi, Berlinghieri, Gnecchi, Lodolini, Zanin, Moscatt, Battaglia, Colaninno, Carra, Zappulla, Fabbri, Braga, Sibilia, Bechis, Zolezzi, Prodani, Artini, Pinna, Currò, Spadoni, Del Grosso, Scagliusi, Rizzo, Corda, Fico, Lorefice, Mantero, Di Vita, Vacca, Brescia, Grillo, Dall’Osso, Baroni, Cecconi, Gallinella, Parentela, Toninelli, Frusone, Barbanti, Nicola Bianchi, Cristian Iannuzzi, De Lorenzis, Lupo, Terzoni, De Rosa, Paolo Nicolò Romano, Mannino, Lombardi, Turco, Da Villa, Piccone, Scopelliti, Dellai, Cera, Binetti, Gigli, Santerini, Sberna, Polverini, Calabria, Mottola, Fucci, Allasia, Attaguile, Borghesi, Bossi, Matteo Bragantini, Buonanno, Busin, Caon, Caparini, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Marcolin, Molteni, Gianluca Pini, Prataviera, Rondini, Giorgia Meloni, Rampelli, Antimo Cesaro, Matarrese, Vecchio, Molea, D’Agostino, Vargiu, Cimmino, Mazziotti Di Celso, Dambruoso, Tinagli, Monchiero, Oliaro, Rabino, Vitelli, Librandi, Vezzali, Capua, Causin, Sottanelli, Galgano, Bombassei, Catania».


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