“Eroi del Calcio” con i rappresentanti del Parlamento sullo Ius Soli

“Eroi del Calcio” con i rappresentanti del Parlamento sullo Ius Soli

Vicenza, 13 ottobre 2014

La priorità emersa dall’incontro di oggi è come affrontare il tema dello Ius Soli sportivo, nell’ottica di equiparare le modalità di accesso/primo tesseramento dei calciatori minori nati in Italia da genitori stranieri e/o soggiornanti di lungo periodo in Italia (cioè stranieri residenti in Italia da almeno 5 anni).
Operativamente si rilancia la proposta di legge “Molea-Fossati”, presentata il 14 gennaio 2014, che prevede di facilitare l’accesso dei praticanti sportivi nati in Italia o arrivati prima del decimo anno, figli di genitori stranieri.
Compatibilmente con il regolamento FIFA e nell’ottica di proseguire l’impegno contro il traffico dei minori nel calcio, l’Associazione Italiana Calciatori e l’Associazione Allenatori si faranno promotrici di una proposta presso la FIGC finalizzata a snellire le procedure di primo tesseramento relative ai calciatori minori, figli di genitori stranieri.
La legge di cittadinanza è uno degli obiettivi politici prioritari del Governo e della quasi totalità del Parlamento. Si lavora per trovare ampie convergenze sul tema, in considerazione del fatto che questo sia una problematica di particolare urgenza ed interesse di migliaia di minori nati in Italia, che si sentono a tutti gli effetti italiani.

Al termine dei lavori che hanno coinvolto alcuni parlamentari ed europarlamentari, Damiano Tommasi, Presidente AIC ha dichiarato: “Siamo soddisfatti di aver promosso questa iniziativa, individuando le problematiche dello ius soli sportivo e in generale dell’integrazione dei minori in ambito sportivo. Speriamo si concretizzino le iniziative di legge in corso; nel frattempo auspichiamo che lo sport, e il calcio in particolare, riesca ad agevolare, almeno dal punto di vista burocratico, il primo tesseramento di chi è nato in Italia da genitori stranieri o che risiede nel nostro Paese da almeno 5 anni”.

Filippo Fossati, Deputato PD, ha aggiunto: “Da tanto tempo ci sono dei parlamentari che lavorano rispetto a questo delicato tema. Abbiamo presentato una proposta di legge che ha iniziato il suo inter alla camera. I figli di immigrati residenti in Italia devono potersi iscrivere alle società sportive dilettantistiche; il loro percorso deve poter continuare anche dopo il diciottesimo anno di età in attesa della cittadinanza italiana. Questo significa poter assicurare un percorso sportivo a questi ragazzi ed impedire che allo scoccare del diciottesimo compleanno si venga di fatto estromessi da un percorso di crescita umana e sportiva. La mole di documentazione che viene richiesta ad un figlio di immigrati è eccessiva rispetto a quella richiesta ad un ragazzo italiano.

Marilena Fabbri, Deputato PD (relatrice proposta di legge sulla cittadinanza ai minori stranieri): “Ringrazio AIC per l’invito. Sono già una ventina le proposte di legge presentate. La proposta di legge prevede due step: il primo è poter riconoscere la cittadinanza a bambini che nascono in Italia da genitori stranieri che hanno fatto un progetto di vita in Italia. Inoltre lavoriamo affinché tutti i bambini nati da genitori stranieri che risiedono da poco in Italia o i minori che arrivano in minore età nel nostro paese, possano avere la cittadinanza italiana se conseguono un titolo di studio o abbiano frequentato la scuola in Italia”.

Cecile Kyenge, Europarlamentare PD: “Ringrazio anche io l’Associazione Italiana Calciatori, che ci permette di avere un confronto così importante sul tema dello sport a livello non solo italiano ma europeo. Dobbiamo riportare in modo ampio una problematica che riguarda non solo l’Italia ma anche i diversi stati membri dell’UE: in questo momento parliamo di un progetto europeo, in scala più ampia. Fare sport è un diritto di tutti, senza distinzione alcuna. Lo sport è un grande strumento di integrazione e questa tavola rotonda ci permette di avere un confronto importante sul tema dell’impegno europeo su questo tema”.

Renzo Ulivieri, Presidente AIAC, ha concluso i lavori: “Noi dell’Associazione Allenatori stiamo facendo un percorso comune con l’Associazione dei Calciatori. Questo argomento appare un tema di civiltà, prima ancora che di sport, quando si parla di uguali diritti per chi vive nello stesso territorio. L’unica possibilità per questo Paese, in linea generale, è che ognuno faccia la sua parte”.


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