Il mio 25 Aprile a Porretta Terme

Il mio 25 Aprile a Porretta Terme

Tratto da RenoNews, articolo e foto di Pasqualina Tedesco

La festa del 25 aprile divenne festa nazionale dal 1949 e ricordata in ogni parte d’Italia, ma fu ufficializzata per la prima volta il 24 aprile 1946, nella Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia, quando il Principe Umberto, su proposta del Presidente del Consiglio, allora Alcide De Gasperi, istituì questa data come “festa nazionale, a totale liberazione del territorio”.

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E qui in Alto Reno, sono iniziati di prima mattina le celebrazioni del 25 aprile 2015, dove diversi comuni hanno depositato corone e mazzi di fiori ai monumenti e ai cippi presenti sul territorio, in ricordo dei caduti durante il conflitto della seconda guerra mondiale e in particolar modo, quelle degli ultimi otto mesi del 1944. In questo periodo la fascia che partiva dal mare della Versilia, penetrando nel verde Appennino, per arrivare alle dolci colline della Romagna, fino a Pesaro, per un totale di 320 Km, fu luogo di battaglie cruente, di eccidi ancora vivi nel ricordo come quello di Biagioni a Granaglione. Perché Granaglione, con la sua conformazione naturale del territorio, divenne terreno fertile e rifugio sicuro per i gruppi oppositori nati per combattere l’occupazione nazifascista dopo l’8 settembre 1943. Qui ci furono continue rappresaglie tra tedeschi e partigiani, costringendo le famiglie a rifugiarsi nelle borgate più alte, come Casa Trogoni. Questa fascia, forse per il verde smagliante dell’Appennino, che possiamo ammirare ancora oggi, dai tedeschi fu chiamata Linea Verde, ma nella mente di tutti , è rimasta, e rimane tuttora, Linea Gotica. E quando si dice Linea Gotica, si parla esclusivamente di questo territorio, dove sono ancora vivi nel ricordo di molti, i momenti tragici che segnarono per sempre nella storia, Granaglione e i suoi dintorni.

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E a 70 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, il Sindaco Giuseppe Nanni del Comune di Granaglione, ha voluto ricordare non solo le vittime dell’eccidio del 4 luglio 1944 a Biagioni, dove 8 cittadini tra cui un giovane ventenne di Olivacci, Rosolino Mori, e un giovane calabrese, Saverio Bruni, vennero fucilati dalle SS italiane, ma ha ripercorso i punti più importanti della storia della Linea Verde in quegli otto mesi del 1944, sull’Appennino Tosco-Emiliano. Il Sindaco Nanni, ha voluto evidenziare, inoltre, che in questo 25 aprile 2015, ricorre, oltre che il 70° anno dalla fine della seconda guerra mondiale, anche il centenario del primo conflitto 1915/1918, che vide numerosi giovani montanari, partiti e mai più tornati, in tutto 1259, tra cui 86 solo di Granaglione, tutti gli altri originari dei comuni di Castel di Casio, Gaggio Montano, Porretta Terme, Sasso Marconi, Castiglion dè Pepoli, Lizzano in Belvedere. Erano presenti anche il Sindaco di S. Marcello Pistoiese e il Sindaco di Sambuca Pistoiese. Numerosa la fervida partecipazione di cittadini e associazioni. A seguire è stato depositato un mazzo di fiori al cippo della Forra di Olivacci, dove il partigiano Ludovico Venturi perse la vita in uno scontro frontale con il generale tedesco William Crisolli e i suoi uomini il 12 settembre 1944. Una corona di fiori è stata depositata anche al Monumento dei Caduti di Molino del Pallone.

Le celebrazioni sono continuate a Porretta Terme, dove dopo la S. Messa dedicata nella Chiesa Francescana dell’Immacolata (dei Frati Cappuccini), il corteo con il Gruppo Bandistico “G. Verdi” e i Sindaci dei Comuni di Granaglione, Porretta Terme, Gaggio Montano e Castel di Casio, hanno sfilato in corteo con la Rappresentanza degli Alpini, associazioni cittadini, per depositare una corona di fiori al Monumento dei Caduti e al Cippo dei Partigiani.

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Alla fine dei cerimoniali, sempre accompagnati dalle musiche del Gruppo Bandistico, in Piazza Vittorio Veneto, è intervenuta l’On. Marilena Fabbri che ha sottolineato l’importanza del 25 aprile, non solo come ricorrenza di libertà, ma anche come dialogo fra le forze politiche del territorio per le progettualità future e per dare ai cittadini dell’Alto Reno, le giuste garanzie per la fruizione del bene comune.


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