Giovedì 21 dicembre l’aula del Senato ha approvato definitivamente il ddl n. 2740, recante disposizioni per la protezione dei testimoni di giustizia. Una legge tanto attesa, voluta e necessaria. I testimoni non sono una costola dei collaboratori di Giustizia ma un’altra realtà che ha bisogno di una normativa diversa e sistemica. Adesso potranno rimanere, naturalmente quando è possibile, nella località dove vivono e hanno testimoniato. Potranno avere più garanzie nel loro inserimento lavorativo e sociale e potranno avere una sicurezza adeguata e una tutela allargata anche ai propri familiari. Con l’approvazione di questa legge alle mafie arriva un altro bel colpo su un terreno dove i boss regnano sovrani attraverso l’omertà e il terrore e la violenza. L’associazione dei Testimoni ha avuto finalmente ascolto e cittadinanza. Il lavoro prezioso della Commissione Antimafia e l’approvazione unanime di Camera e Senato ci consegnano una svolta condivisa e unitaria. Dopo la legge di riforma del Codice Antimafia e altre 23 buone leggi che incidono positivamente nella lotta alle mafie oltre ad essere soddisfatti bisogna adesso curare la buona e coerente applicazione.
Il Capo I (articoli 1 e 2) definisce l’ambito di applicazione del provvedimento; il Capo II (articoli da 3 a 9) stabilisce le speciali misure di protezione (tutela dell’incolumità e sicurezza dei beni, sostegno economico, reinserimento sociale e lavorativo); il Capo III (articoli da 10 a 19) disciplina il procedimento di applicazione, modifica, proroga e revoca delle misure e istituisce, all’articolo 16, la figura del referente del testimone di giustizia; il Capo IV (articoli da 20 a 28) reca disposizioni finali e transitorie.
Il provvedimento, scaturito dall’inchiesta della Commissione antimafia, arricchisce la legislazione di carattere non emergenziale, garantendo misure di protezione adeguate e durature ai testimoni di giustizia, i quali costituiscono una risorsa preziosa nel contrasto alla criminalità mafiosa.