LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, SOSTEGNO ALLE IMPRESE ONESTE
APPROVATO IL NUOVO CODICE ANTIMAFIA
La riforma del Codice Antimafia nasce da una proposta di legge di iniziativa popolare presentata nel 2013 da 120mila cittadini e promossa da diverse associazioni con l’obiettivo di dare maggiore efficacia alle norme sulla gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
Dopo discussioni, confronti e audizioni e dopo che il testo originario è stato arricchito dai contributi nelle commissioni Antimafia e Giustizia, la nuova legge rende finalmente organica la normativa antimafia relativa ai beni confiscati e sequestrati. La frammentarietà delle norme e le criticità emerse nel corso degli anni, infatti, portava più del 90% delle imprese sottratte alla criminalità organizzata a fallire dopo la confisca o il sequestro.
La nuova legge si muove su un doppio binario: da una parte presenta misure di contrasto sistematico alle organizzazioni criminali per colpirle dritte al cuore, cioè nelle imprese illecite; dall’altra prevede misure economiche di sostegno alle imprese stesse affinché continuino la propria attività anche dopo la confisca o il sequestro. Solo così possiamo tutelare tutte le persone oneste che vi lavorano e smentire l’odiosa convinzione che “la mafia dà lavoro, lo Stato no” .
Tra le misure contenute:
le modifiche al ruolo e alle funzioni dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati;
l’istituzione di un nuovo Fondo per il credito delle aziende sequestrate;
l’ampliamento dei soggetti attivi e passivi;
la tutela dei terzi creditori;
la trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari;
la delega al Governo per individuare specifici incentivi e ammortizzatori sociali per il lavoratori delle aziende confiscate e sequestrate;
le misure contro il caporalato.
Principali obiettivi
- rendere più efficace, tempestiva e trasparente l’adozione delle misure di prevenzione patrimoniale (sequestro e confisca più incisivi), trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti;
- istituire presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d’appello sezioni o collegi specializzati chiamati a trattare in via esclusiva i procedimenti previsti dal Codice antimafia;
- favorire la ripresa delle aziende sottoposte a sequestro, in particolare con l’istituzione di un fondo e con altre misure dirette a sostenere la prosecuzione delle attività e la conseguente salvaguardia dei livelli occupazionali;
- garantire una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee allo svolgimento dell’incarico e di rotazione negli incarichi;
- riorganizzare e rafforzare l’Agenzia nazionale per i beni confiscati;
- estendere i casi di confisca allargata di cui all’art. 12-sexies del decreto-legge n. 306 del 1992;
- garantire in modo sempre più efficace i terzi di buona fede che risultano da atti anteriori al sequestro.
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