Quanto senti politicamente di riuscire a mantenere e consolidare relazioni?
“Sono una persona che dice quel che pensa e che fa quello che dice e che pensa. Per questo penso di riuscire a creare delle relazioni sincere e profonde. Non sono però una persona che le coltiva oltre le situazioni che le determinano. Se le situazioni mi portano a non condividere più tempi e spazi non continuo a mantenere relazioni in maniera artificiosa. Però mi sono resa conto, in più di un’occasione, che quando ritrovo i presupposti sui quali sono nate determinate relazioni, allora il rapporto si riattiva, indipendentemente da quello che è successo nel frattempo. È un riconoscimento nei confronti delle persone, che rimane, a prescindere dalla frequentazione”.
Quanto senti politicamente di riuscire a gestire conflitti?
“Nel tempo ho scoperto di rendere il meglio di me proprio nelle situazioni di criticità. I conflitti non mi spaventano e, quando mi viene chiesto di farlo, sono in grado di gestirli. Trovo che siano sempre un’occasione per raccogliere diversi punti di vista e per cercare di fare la cosa giusta mediando tra le diverse posizioni.
Poi va detto che non mi sottraggo ai conflitti per quieto vivere, se mi trovo in situazioni che non condivido, non sono accomodante. Tendo a essere molto diretta nell’espressione del mio pensiero e dei miei giudizi e questo può generare contrasti, perché in molti contesti un’eccessiva franchezza non è accettata e sicuramente non paga”.
Quanto senti politicamente di riuscire a comunicare?
“Se sono convinta del merito dei contenuti, penso di avere delle grandi capacità comunicative. Capacità di semplificare i concetti, di cercare di far capire, anche a un pubblico ampio, ciò di cui si sta parlando. Penso anche di riuscire a trasmettere la passione e la convinzione per le cose che dico e che faccio. Se poi sono accattivante, questo non lo so… Rischio spesso di essere ridondante, perché tendo continuamente ad allargare il discorso… per il desiderio di far capire il più possibile… e questo non è molto in linea con i tempi della comunicazione veloce e sintetica che stiamo vivendo. In questo mi sento una politica della vecchia guardia. Sono convinta che la nostra vita sia molto complessa e che la complessità vada rappresentata. Non può essere tutto semplificato e banalizzato. La comunicazione deve rispecchiare questa complessità e avere un ruolo educativo. Trasmettere conoscenza. Per potersi fare un’opinione delle cose c’è bisogno di tempo e di parole.
Se poi per capacità comunicativa intendiamo l’uso dei mezzi di comunicazione… non li amo particolarmente e non li uso in modo strumentale e strategico. Penso che la cosa importante sia quello che vuoi comunicare, e non il mezzo con cui comunichi, e non condivido il comunicare per comunicare, semplicemente per fare massa o per farsi pubblicità”.
Quanto senti politicamente di riuscire a risolvere problemi?
“Penso che il problema sia fatto per essere risolto. Non lo considero mai un impedimento a decidere e a fare, ma semplicemente un ostacolo temporaneo. La matematica mi è sempre particolarmente piaciuta e trovare la soluzione ai problemi mi diverte. Nelle situazioni nelle quali ho un ruolo decisionale penso di essere in grado di affrontarli e di risolverli. Lo faccio cercando di ascoltare gli altri e di guardare le cose da diversi punti di vista”.
Quanto peso politico senti di avere?
“In genere è un qualcosa a cui non presto attenzione anche se, fermandomi a pensare, riconosco di essere parte significativa della classe dirigente che, nella mia città, prende decisioni nel merito. Alcune persone si riconoscono peso politico e lo fanno pesare; io mi rendo conto di poterlo esercitare e di esercitarlo anche se non penso di ostentarlo. Non mi sento mai più importante o diversa dagli altri”.
Quanta leadership senti di avere?
“Penso che la leadership dovrebbe esserti riconosciuta dagli altri. Se però debbo dare un giudizio su me stessa, penso di averne, e che sia legata alla passione che metto nelle cose, alla mia parte emotiva.
Penso che un leader debba saper trasmettere delle emozioni. Io mi riconosco di fare politica per passione. Credo ancora che le cose si possano cambiare.
Penso anche che un leader debba essere capace di stare ‘davanti a tutto’ e, per le cose in cui credo, riconosco di avere la necessaria determinazione per affermarle con responsabilità, convinzione e rispondendone in prima persona, mettendoci la faccia”.