Cittadinanza: una legge per i diritti!

Cittadinanza: una legge per i diritti!

Gli stranieri residenti in Italia sono oltre 4 milioni e 900 mila, di cui un milione sono minori. Rappresentano l’8,1% della popolazione italiana, dato molto importante che deve far riflettere sul cambiamento epocale ed inarrestabile che sta attraversando la nostra società. In questo periodo il dibattito sulla riforma della legge sulla cittadinanza è più acceso che mai e credo che ormai siano maturi i tempi per arrivare ad una soluzione condivisa tra la maggioranza delle forze politiche presenti in Parlamento. Tante e diverse sono infatti le proposte sulla materia presentate da quasi tutti gli schieramenti politici (ad eccezione di Lega nord e Fratelli d’Italia) e l’obiettivo, che insieme ai colleghi della Commissione, mi sono posta è quella di riuscire a portare in aula un testo unico entro la fine dell’anno. La parte più difficile sarà quella di andare a comporre un testo che vada a cogliere i punti di contatto fra le diverse proposte, ma che abbia come spirito quello di agevolare e semplificare l’accesso alla cittadinanza, come riconoscimento di un diritto ai minori che nascono in Italia. Una prima ipotesi percorribile è quella di una riforma che incida in particolare sul diritto di cittadinanza per i minori figli di cittadini stranieri (e non per chi arriva in Italia in età adulta). In questo caso, benché i distinguo siano tanti, sono essenzialmente due le ipotesi su cui si gioca tutta la partita: da una parte quella dello ius soli temperato (che lega il diritto della cittadinanza per nascita al tempo di permanenza legale dei genitori sul suolo italiano), dall’altra quella dello ius culturae (che lega la cittadinanza alla frequenza della scuola dell’obbligo in Italia). C’è inoltre una terza via, che non prevede la cittadinanza alla nascita ma solo nel momento in cui il bambino (nato in Italia da genitori legalmente soggiornanti) si iscrive in prima elementare. E’ importante che i bambini nati in Italia possano iniziare il loro percorso scolastico da italiani per rafforzare la loro integrazione e il senso di appartenenza. Nel caso dello ius soli temperato il requisito principale è essere nato in Italia, ma il diritto viene temperato dal tempo di permanenza legale dei genitori sul suolo italiano. In questo caso si sta lavorando per capire qual è il titolo in base al quale si può misurare e accertare che la famiglia abbia un progetto di vita nel nostro paese, tale da riconoscere la cittadinanza al figlio. Per alcuni potrebbe bastare il permesso di soggiorno, per altri serve la carta di soggiorno di lungo periodo, una differenza che in termini temporali varia da uno a cinque anni. Sull’altro fronte c’è l’ipotesi dello ius culturae, spesso indicato come principio base anche dallo stesso presidente del consiglio Renzi, che ha sempre parlato di una cittadinanza da legare al “percorso scolastico” . Credo che si debba marcare la differenza tra chi nasce e chi arriva, e permettere ai bambini di entrare a scuola da cittadini. In ogni caso l’importante è che la legge si faccia perché il tema è all’attenzione del Parlamento ormai da troppe legislature e sono davvero tanti i ragazzi che aspettano questa legge per sentirsi italiani e mai più estranei o esclusi.

On. Marilena Fabbri

Venerdì 8 novembre alle 17.00 parteciperò ad un incontro pubblico sul tema del diritto di cittadinanza presso il circolo PD Murri a Bologna.

Scarica qui il volantino dell’iniziativa Diritto di cittadinanza 8 novembre 2014


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