In mezzo a tanti tagli, anche una boccata d’ossigeno per le casse del Comune di Bologna. La nuova Legge di stabilita’ infatti apre alla possibilita’ di sgravare dalle amministrazioni cittadine le spese per il funzionamento degli uffici giudiziari. Solo che questo non avverrebbe subito, bensi’ dal prossimo 1 settembre. E’ comunque una novita’ che ha fatto tirare un sospiro di sollievo il sindaco Virginio Merola che nei giorni scorsi ha commentato con un “finalmente”. Del resto, in quattro anni, il Comune ha anticipato circa 54 milioni di euro per le sedi degli uffici giudiziari e il ministero della Giustizia ne ha resi 19 in tutto, con un credito che, a oggi, e’ dunque di circa 35 milioni e senza garanzie, nella stessa Legge di stabilita’ 2015, di impegni per rientrare del 100% delle somme. In particolare, da Roma sono tornati 11,3 milioni nel 2010 (su 13,2), 5,6 milioni nel 2011 (su 13,6), 2,7 nel 2010 (su 14,5) e nulla per il 2013. Poi ci sono i fondi che Palazzo D’Accursio sta pagando per il 2014. Cifre che il capogruppo M5s a Palazzo D’Accursio, Massimo Bugani non ha esitato a definire “uno scandalo” chiedendo a Merola, alla giunta comunale e al segretario del Pd bolognese, Raffaele Donini di “farsi sentire, dato che al Governo ci sono i loro amici e questa vergogna deve finire”. E il Pd ha battuto un colpo.
La settimana scorsa la deputata democratica Marilena Fabbri, in commissione Affari Costituzionali alla Camera, ha segnalato che nella Legge di stabilita’ si riportano in capo allo Stato le spese per gli uffici giudiziari e sottolineato quanto questo fosse importante citando proprio il caso del peso per le casse del Comune di Bologna. Ma anche chiedendo pero’ uno “sforzo ulteriore” del Governo; e cioe’ che i Comuni siano sgravati gia’ da gennaio. Cosa auspicata anche da Merola. Fabbri e’ anche tornata alla carica con un emendamento: “Mi auguro che il Governo voglia accogliere la richiesta anticipando all’1 gennaio l’entrata in vigore delle norme, in modo da fornire una boccata di ossigeno in piu’ a quei Comuni che non solo si sono assunti tale onere, ma devono fare i conti anche con i vincoli imposti dal patto di stabilita’ interno e aumenta da 100 a 200 milioni la dotazione di bilancio dello specifico capitolo”.
Le norme contenute nella Legge di stabilita’ 2015 sugli uffici giudiziari, per Fabbri “sono un primo passo verso la soluzione annosa delle competenze che lo Stato deve rifondere ai Comuni per il funzionamento delle sedi” e per superare la legge del 1941 che pone “anacronisticamente” a carico dei Comuni le spese per la gestione degli uffici giudiziari. Il ministero le rimborsa “con ritardi indicibili”, sottolinea Fabbri, e con “contributo economico annuo, che non ha mai coperto le spese sostenute”, dato che solitamente si aggira tra il 60 e l’80% delle spese effettivamente sostenute. “Abbiamo accolto con favore la norma che prevede il passaggio degli oneri finanziari dai Comuni verso lo Stato cosi’ come lo stanziamento di fondi per il prossimo biennio, anche se le risorse preventivate coprono ben poca parte
dei rimborsi pregressi che i Comuni aspettano da anni”, spiega
ancora la deputata democratica in una nota.