Maltempo Emilia Romagna, mozione dei Deputati PD regionali

Maltempo Emilia Romagna, mozione dei Deputati PD regionali

Mozione

La Camera,

premesso che:

la Regione Emilia-Romagna, a partire dal 5 marzo 2013, è stata interessata dal susseguirsi di numerosi fenomeni precipitativi intensi e dal contestuale scioglimento del manto nevoso;

le stagioni invernali e primaverili del 2012-2013 si configurano tra le più piovose degli ultimi 30 anni: la cumulata di precipitazioni piovose relativa al solo mese di marzo 2013 è paragonabile solo ad un analogo fenomeno verificatesi nei primi anni ‘60;

negli ultimi 40 giorni, compresi fra il primo marzo e il sette aprile 2013, sono caduti da due a oltre quattro volte i quantitativi di pioggia attesi dalla climatologia di questo periodo;

mediamente, si sono verificate precipitazioni superiori ai 150 millimetri su tutta la regione, con punte oltre i 250 millimetri sulle colline emiliane, e valori oltre i 600 mm sul crinale appenninico Tosco-Emiliano. Valori ben superiori a quelli attesi nel periodo considerato, pari a 70-80 millimetri;

nevicate hanno interessato il crinale appenninico occidentale, facendo registrare 40-50 centimetri di accumulo al suolo nel piacentino e nel parmense e 20 cm nel modenese;

le piogge e lo scioglimento della neve, oltre a causare dissesti, hanno sollecitato in particolare i bacini idrici di Enza, Secchia, Panaro, Reno e Crostolo, affluenti compresi, causando la formazione di piene eccezionali:

per almeno 5/6 eventi di piena di ciascun corso d’acqua è stato superato il livello di preallarme e talvolta il livello di allarme: il Crostolo ha  raggiunto livelli mai registrati dagli anni ’80; il Reno – nelle sezioni di Vergato e Casalecchio – ha segnato il terzo massimo valore storico dal 1981 e nella sezione di Sasso Marconi ha superato il livello di allarme, segnando il massimo assoluto della serie storica a partire dal 1981;

ritenuto che:

le conseguenze sul territorio e l’insieme di segnalazioni di danno, come di seguito rappresentati in sintesi, meritano un’attenzione straordinaria da parte dello Stato e del Governo;

gli eventi, in effetti, hanno interessato tutte le province della Regione Emilia-Romagna, ma in particolare quelle di Parma, Reggio Emilia, Modena e Bologna, e 184 comuni con oltre 1400 segnalazioni pervenute da parte di Comuni, Province, Consorzi di Bonifica, AIPO, Servizi Tecnici regionali:
- circa 500 sono segnalazioni di natura idraulica sia alla rete idraulica principale e secondaria naturale che al reticolo artificiale di bonifica;
- nell’area del cratere del terremoto del maggio 2012, si sono attivati gli allagamenti programmati previsti dal Piano interregionale di emergenza per il rischio idraulico;
- circa 900 sono segnalazioni relative a dissesti che hanno provocato 21 interruzioni su strade comunali, con l’isolamento di 20 località o abitazioni, interessando circa quaranta persone in diverse località; 15 strade provinciali danneggiate con interruzione totale del transito; 47 strade comunali e 73 strade provinciali con carreggiata ridotta o con transito limitato; interruzioni sulle strade statali di competenza Anas;
- cinquantun persone siono state evacuate in dieci comuni: Casalfiumanese, San Benedetto Val di Sambro e Vergato (BO), Marano sul Panaro e Palagano (MO), Tizzano Val Parma (PR), Canossa, Carpineti,Castellarano e Vetto (RE);
- sono inoltre state riscontrate ulteriori situazioni di potenziale rischio per 15 edifici residenziali (sui quali al momento non sono state emesse ordinanze di evacuazione) e per 6 edifici produttivi/allevamenti, con sospensione o riduzione dell’attività;

il quadro dei danni non è ancora definitivo, soprattutto in relazione alla possibile evoluzione dei dissesti nelle prossime settimane. A tal proposito si evidenzia che nel territorio collinare e montano è tuttora attivo lo stato di attenzione per dissesti idrogeologici diramato con l’Allerta di Protezione civile n. 72/2013, con scadenza il 22 aprile 2013;

considerato che:

a fronte di questa drammatica situazione, in data 5 aprile 2013 il Presidente della Giunta Regionale dell’Emilia-Romagna ha inviato al Governo la richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza per tutto il territorio regionale, e tra sabato 6 e lunedì 8 aprile i tecnici del Dipartimento nazionale di Protezione Civile hanno concluso le verifiche necessarie al Governo per deliberare lo stato di emergenza;

le valutazioni dei tecnici della Protezione civile saranno immediatamente presentate al tavolo del Consiglio dei Ministri. Dai sopralluoghi, dalle verifiche tecniche e dalle segnalazioni degli enti è emersa la necessità di eseguire interventi di somma urgenza per un totale di oltre 116 milioni di euro – significativamente superiore ai 63 milioni indicati nella richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza, in considerazione dell’evoluzione eccezionalmente negativa degli eventi in atto;

per evitare maggiori danni in caso del ripetersi di analoghi eventi, sarà necessario altresì realizzare interventi urgenti di messa in sicurezza, e la quantificazione dei relativi oneri potrà essere definita solo al completamento delle verifiche e delle valutazioni in atto;

agli oneri sopra segnalati si devono aggiungere quelli per l’autonoma sistemazione dei cittadini sfollati dalle loro abitazioni. Inoltre, considerati i gravi effetti dei fenomeni sul patrimonio edilizio privato e sulle attività produttive, che vanno ad aggiungersi ai danni provocati dal terremoto, sembra necessario prevedere un provvedimento normativo ad hoc per il ristoro dei danni;

la Regione Emilia Romagna, a fronte di queste necessità, ha attivato complessivamente un ammontare di oltre 1,1 milioni di euro: 950mila euro ai sensi dell’articolo 10 della Legge Regionale n. 1/2005, che reca norme in materia di Protezione civile, che stabilisce che al verificarsi o nell’imminenza di una situazione di pericolo, anche in assenza della dichiarazione dello stato di crisi o di emergenza, che renda necessari interventi indifferibili e urgenti, il Direttore dell’Agenzia regionale di Protezione civile possa assumere impegni di spesa nei limiti delle disponibilità dei capitoli del bilancio dell’Agenzia regionale a ciò specificamente destinati; e 165 mila euro di pronti interventi a favore dei Consorzi di Bonifica, stanziati dall’Assessorato all’Agricoltura;

considerato inoltre che:

al fine di proseguire nella strategia regionale finalizzata alla sicurezza territoriale, si ritiene indispensabile chiedere al Governo un impegno concreto affinché siano perfezionate alcune procedure di finanziamento tutt’ora in corso, relative:
- al DPCM 23 marzo 2013, recante la ripartizione delle risorse di cui all’articolo 1, comma 548, della Legge Stabilità per il 2013 (legge n. 228 del 2012), relative all’emergenza alluvionale del novembre 2012, che nell’Allegato 1 definisce il riparto dei fondi destinando all’Emilia Romagna 8,8 milioni di euro per investimenti; il provvedimento è attualmente al controllo della Corte dei conti;
- al DPCM 23 marzo 2013, recante la ripartizione delle risorse di cui all’articolo 1, comma 290, della Legge di Stabilità 2013, relative – per l’Emilia Romagna – all’emergenza neve verificatasi nel febbraio 2012, che nell’Allegato 1 definisce il riparto dei fondi destinando alla Regione 12,8 milioni di euro in tre annualità, di cui 5 milioni di euro per il 2013; anche questo provvedimento è attualmente al controllo della Corte dei conti;
- all’Accordo di Programma finalizzato alla “Programmazione e finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico” sottoscritto in data 3 novembre 2010 dal Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e dal Presidente della Regione Emilia-Romagna, sulla base dell’articolo 2, comma 240, della Legge Finanziaria 2010 (Legge n.. 191 del 2009), che ha previsto l’assegnazione di fondi, pari a un miliardo di euro, per interventi di risanamento ambientale a piani straordinari diretti a rimuovere le situazioni a più elevato rischio: degli 81 milioni di euro attribuiti alla Regione Emilia Romagna complessivamente sono state stanziate ad oggi risorse per 57,4 milioni di euro, di cui 24 milioni sono stati recentemente assegnati e renderanno possibile la realizzazione di 46 interventi già definiti nel Piano triennale (2011-13) per la prevenzione del rischio idrogeologico. Inoltre, con lettera in data 15 febbraio 2013, l’Assessore regionale Gazzolo ha richiesto al Ministro dell’Ambiente l’attribuzione alla Regione di ulteriori 280 milioni per necessità urgenti relative alla manutenzione e messa in sicurezza del territorio. La richiesta è stata ribadita con successiva lettera dell’Assessore in data 09 aprile 2013, nella quale è stata evidenziata la necessità di un flusso costante di risorse statali da destinare anche alla manutenzione ordinaria del territorio;

impegna il Governo:

a dare pronta risposta alle richieste presentata dalla Regione Emilia Romagna, al fine di consentire alla stessa, nonché all’insieme degli enti locali e dei territori coinvolti, di poter provvedere in tempi rapidi al ripristino dei danni al patrimonio pubblico, al ristoro dei cittadini e delle imprese coinvolte, all’avvio della fase di ritorno alla normalità;

a prevedere, attraverso i necessari provvedimenti, per la Regione Emilia Romagna e gli Enti locali coinvolti dalle calamità, la deroga al patto di stabilità interno relativamente alla spesa per investimenti, al fine di permetter loro di approntare autonomi interventi con oneri a valere su fondi disponibili nei bilanci regionale e comunali;

relativamente provvedimenti di cui al DPCM 23 marzo 2013, recante la ripartizione delle risorse di cui all’articolo 1, comma 290, della Legge di Stabilità 2013, a finanziare, con una quota fino ad un massimo del 25 per cento, interventi strutturali anche a favore dei soggetti privati e delle attività produttive danneggiate;

LENZI, GHIZZONI, RICHETTI, BARUFFI, MARCHI, DE MARIA, FABBRI, KIENGE


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