Lo scorso 7 settembre il Governo, in sede di Conferenza Unificata Stato Regioni, ha sottoscritto un accordo per il riordino del settore gioco d’azzardo lecito. In quella sede è stato accolto un emendamento che tutela le normative regionali qualora queste ultime siano maggiormente restrittive rispetto a quelle nazionali. Recentemente però il Governo parrebbe essersi espresso diversamente a mezzo stampa. Ho presentato un’interrogazione per ottenere chiarimenti e sapere da che parte si intende stare se a difesa della salute dei cittadini o degli interessi dei gestori del gioco d’azzardo lecito.
Al Ministro dell’economia e delle finanze – Per sapere – premesso che:
il dilagare delle occasioni di gioco d’azzardo lecito hanno portato molti Comuni e Regioni ad intervenire per arginare questo fenomeno che sta creando notevoli problematiche dal punti di vista sociale e sanitario ed un aumento costante del numero di persone in carico al servizio sanitario nazionale per dipendenza da gioco d’azzardo patologico;
diverse Regioni hanno quindi approvato norme specifiche per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico volte a salvaguardare la salute dei cittadini;
tali leggi regionali sono intervenute, in molti casi, introducendo il concetto di distanza dai luoghi sensibili dei punti di gioco limitando le aperture nell’ambito di tali distanze e, in alcuni casi, imponendo la chiusura o la delocalizzazione dei punti gioco;
nella legge finanziaria 2016 il Governo si era impegnato ad agire per ridurre i punti gioco sul territorio nazionale, regolamentare gli orari di apertura e limitare la possibilità di promuovere sui mass-media nazionali il gioco d’azzardo, nonché a predisporre il riordino complessivo del settore gioco d’azzardo in accordo con la Conferenza Unificata Stato Regioni;
lo scorso 7 settembre il Governo ha presentato un’ipotesi di accordo alla Conferenza Unificata Stato Regioni in materia di riordino del settore gioco d’azzardo lecito. Nell’ambito della discussione in merito alla proposta presentata, alcune regioni e provincie autonome hanno presentato un emendamento al documento proposto dal Governo introducendo un articolo che mantiene in essere le normative regionali esistenti nel caso queste risultino maggiormente restrittive rispetto a quella nazionale, salvaguardando in questo modo le scelte delle autonomie locali in materia. Tale emendamento è stato approvato dalla Conferenza e accolto dal Governo rendendolo quindi parte integrante dell’accordo;
lo scorso 16 novembre il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo nel quale il Governo, invitava la Regione Piemonte a non procedere con l’applicazione della propria normativa per il contrasto al gioco d’azzardo patologico che entrerà in vigore il prossimo 1 dicembre, configurando, in caso di applicazione, un possibile danno erariale;
molte Regioni hanno legiferato in materia, prima della stipula dell’accordo in Conferenza Unificata-Stato Regioni e gli effetti della normativa, che possono portare a chiusura e delocalizzazione di locali dedicati al gioco d’azzardo, potranno avere effetto differito nel tempo, a conclusione delle fasi di attuazione previste dalle leggi, tra cui la mappatura dei luoghi sensibili anche in riferimento ai comuni confinanti;
se intende applicare quanto previsto nel DEF 2016 in materia di regolamentazione oraria e riduzione delle occasioni di gioco sul territorio nazionale, e come intende mantenere fede all’accordo sottoscritto in sede di Conferenza Unificata, mantenendo in vigore le normative regionali esistenti qualora maggiormente restrittive facendo prevalere il diritto alla salute dei cittadini a discapito degli interessi economici;
Fabbri
Roma, 29 novembre 2017