Interrogazione a risposta in commissione Giustizia
presentata da
FABBRI Marilena
Giovedì 16 maggio 2013, seduta n. 17
premesso che:
è nota la carenza di personale negli uffici giudiziari con conseguenti ripercussioni sul funzionamento degli stessi. Da alcuni anni la situazione si è acuita a causa di blocco del turn over e norme per il contenimento della spesa;
per garantire comunque il funzionamento degli uffici, per mantenere un ausilio e una collaborazione al personale di ruolo, i dirigenti degli uffici giudiziari hanno attivato nel corso degli anni convenzioni e implementato progetti che hanno immesso nelle loro strutture lavoratori di aziende colpite dalla crisi;
nel 2010 è stato stipulato un protocollo d’intesa tra la regione Emilia Romagna e la corte d’appello di Bologna per l’impiego di lavoratori in liste di mobilità o cassaintegrati ai quali la regione corrisponde un’integrazione dell’ammortizzatore sociale. Da 14 unità negli anni si è arrivati ad inserire oltre 40 unità di personale per sopperire ad una carenza ormai cronica. Lo testimonia il fatto che in corte d’appello la pianta organica prevede 122 lavoratori impiegati, mentre in realtà sono 86;
questa esperienza ha riguardato uffici giudiziari di molte altre regioni italiane tra cui Lombardia e Lazio e si stima che su tutto il territorio italiano siano circa 3.000 le persone interessate da queste misure;
una norma della legge di stabilità 2013 approvata il 15 dicembre 2012 ha previsto la presa in carico da parte del Ministero della Giustizia di quei lavoratori (cassintegrati, in mobilità, socialmente utili, disoccupati inoccupati), che a partire dall’anno 2010 hanno partecipato a progetti formativi regionali o provinciali presso gli uffici giudiziari, garantendone il completamento del percorso formativo entro il 31 dicembre 2013, nel limite di spesa di 7,5 milioni di euro. La titolarità del relativo progetto formativo è assegnata al Ministero della Giustizia;
l’inizio dei tirocini formativi, in base alla norma succitata, era fissato per febbraio 2013;
nonostante le disposizioni di legge il Ministero interessato non ha, ad oggi, dato seguito al completamento del percorso formativo.
Si interroga quindi il Ministro della giustizia, per sapere:
quali iniziative intenda assumere affinché si metta in atto quanto stabilito dalla legge 24 dicembre 2012, n. 228, nei tempi previsti;
se abbia intenzione di incontrare le organizzazioni sindacali nazionali al fine di ascoltare le istanze dei lavoratori in questione.