Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-07981
presentato da
LENZI Donata
testo di
Mercoledì 2 marzo 2016, seduta n. 581
LENZI, BOLOGNESI, DE MARIA, FABBRI e ZAMPA. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
la Commissione medica dell’Ordine dei medici di Bologna ha sospeso per 4 mesi un medico e per 6 mesi altri tre medici (ed altri 5 medici sono in attesa di sentenza) «accusati» di avere redatto procedure e istruzioni operative per regolamentare l’intervento di infermieri sulle ambulanze del 118, attribuendo al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di terapie soggette a controllo del medico, dunque per avere incaricato gli infermieri di svolgere atti che la legge, a giudizio del presidente dell’Ordine, attribuisce solo ed esclusivamente ai medici;
a far scattare l’«indagine» dell’Ordine dei medici è stato il sindacato Snami, che contro i regolamenti redatti dai colleghi medici aveva presentato sia un esposto all’Ordine dei medici che alla procura della Repubblica. A sostegno dei medici autori di quei regolamenti si sono schierati gli infermieri del Collegio Ipasvi di Bologna, che in una nota di commento alla sentenza, sottolineano come la condanna arrivi «dopo mesi di dibattiti e comunicati con i quali Simeu, Aniarti, FNC Ipasvi, Collegio di Bologna, Collegi dell’Emilia Romagna, regione Emilia Romagna evidenziavano la correttezza dei protocolli infermieristici utilizzati, basati su linee guida condivise in tutto il mondo e sulle competenze avanzate acquisite dagli infermieri che operano nell’area dell’emergenza attraverso percorsi formativi accreditati e certificati; le attività svolte, in scienza e coscienza, dagli infermieri del 118 trovano giustificazione nei bisogni dei cittadini che assistono con modalità riconosciute come le più appropriate sul piano clinico (linee guida di accreditate società scientifiche) e organizzativo (presa in carico integrate e multiprofessionale)»;
secondo il presidente Pizza l’azione dell’Ordine dei medici non è una difesa della casta medica e del suo campo di azione ma ribadisce la necessità che le attribuzioni di nuove competenze agli infermieri siano stabilite per legge, mettendo gli infermieri nelle condizioni di compiere in sicurezza questi atti e di rispondervi in termini di responsabilità; a giudizio dell’interrogante la contemporanea sospensione, sia pure esecutivamente rinviata al giudizio della Cceps, la Commissione per gli esercenti le professioni sanitarie, dei vertici aziendali responsabili del delicato servizio dell’emergenza-urgenza per un periodo di tempo così lungo provoca in potenza seri danni all’ operatività e mette a rischio la salute, oltre ad apparire uno strumento incongruo per risolvere problematiche organizzative e attinenti al rapporto tra professioni –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della questione sopraesposta e se non ritenga necessario intervenire, nei limiti delle proprie competenze e, nel rispetto di quelle regionali, per dare attuazione al comma 566 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2015 e, in particolare per l’area dell’emergenza, e quali siano i suoi orientamenti in relazione al fatto che l’Ordine dei medici entri così pesantemente con la propria commissione disciplinare sulle competenze organizzative aziendali, a giudizio degli interroganti sostanzialmente commissariando il servizio sanitario. (5-07981)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata Giovedì 3 marzo 2016
nell’allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-07981
Premetto che la questione sottoposta dagli Onorevoli interroganti è all’attenzione del Ministero della salute.
Con nota del 1° marzo 2016, a seguito delle recenti notizie di stampa, da cui si è appreso che l’Ordine dei medici di Bologna ha sospeso «alcuni medici per aver predisposto protocolli per l’attività di assistenza e cura svolta dagli infermieri del sistema 118», il Ministero ha chiesto al medesimo ordine di trasmettere una relazione dettagliata in merito ai fatti accaduti.
Con nota di ieri, 2 marzo 2016, in risposta alla nota ministeriale, il Presidente del predetto Ordine ha rappresentato che i primi procedimenti disciplinari avviati «hanno portato a decisioni emesse in forma di dispositivo, all’esito delle sedute disciplinari, con sospensioni per periodi variabili da quattro a sei mesi, non dotate di esecutività sino all’emissione del provvedimento dotato della relativa motivazione», riservandosi di inoltrare «le decisioni in forma motivata, non appena elaborate all’esito dei procedimenti in corso».
Pertanto, allo stato, non sono ancora disponibili le motivazioni sottese ai provvedimenti di sospensione; necessarie per valutare se con l’azione disciplinare attivata dall’Ordine vi sia stata una ingerenza nelle competenze organizzative aziendali.
Da ultimo, per quanto concerne l’attuazione del comma 566 dell’articolo 1 della legge di stabilità 2015, al fine della ridefinizione dell’organizzazione del lavoro dei professionisti e della revisione dei processi di cura e di assistenza, si ritiene fondamentale la riapertura del dialogo tra le diverse categorie professionali ed in tal senso saranno promosse iniziative di confronto anche attraverso l’attivazione di appositi tavoli di concertazione tra tutte le parti interessate.