Interrogazione a risposta in commissione attività produttive
presentato da
FABBRI Marilena
Martedì 8 ottobre 2013, seduta n. 92
FABBRI, BENAMATI, MONTRONI, BOLOGNESI, DE MARIA, LENZI e CARLO GALLI. — Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
l’azienda Mandarina Duck, noto marchio della pelletteria italiana, nato oltre 30 anni fa a Cadriano (Bologna), dal 2011 è stata ceduta alla multinazionale sud-coreana E-Land;
la nuova proprietà, adducendo un calo di fatturato negli ultimi due anni, ha deciso di trasferire la testa del gruppo a Milano e di vendere la sede di Granarolo dove lavorano 52 persone;
a fine settembre 2013 l’azienda sudcoreana ha presentato in provincia di Bologna un piano industriale che prevede nel giro di poco tempo il trasferimento di circa 15 persone nella sede milanese, l’esubero dei restanti lavoratori e la vendita della sede di Bologna;
i lavoratori, preoccupati dallo smantellamento della storica azienda sono in mobilitazione e hanno proclamato scioperi e manifestazioni –:
se siano a conoscenza della situazione descritta in premessa e cosa intendano fare per porre soluzione a questa preoccupante situazione aziendale;
quali siano le scelte strategiche di politica industriale nel settore della pelletteria e del manifatturiero in generale.
Risposta scritta pubblicata Giovedì 14 novembre 2013
nell’allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
Come noto la Mandarina Duck Spa, la cui sede è a Cadriano di Granarolo (BO), è un’azienda storica del territorio che commercializza borse e accessori, occupando complessivamente 52 dipendenti.
L’azienda ha dichiarato, in una riunione tenutasi il 7 ottobre scorso presso la provincia di Bologna, di aver avuto una rilevante contrazione del fatturato, un forte ridimensionamento delle vendite e un’importante perdita di bilancio. Tale situazione la costringe a un adeguamento organizzativo della struttura evidenziando 22 posizioni critiche e la necessità di trasferire alcune funzioni a Milano.
Il citato incontro ha portato alla conclusione di un «accordo quadro» tra la società Mandarina Duck Spa, di proprietà del gruppo coreano E-Land, e le OO.SS, con la mediazione dell’assessore provinciale alle Attività produttive.
In tale accordo è previsto il mantenimento di un sito nella provincia di Bologna, ove si costituirà un centro servizi nell’ambito di un piano industriale coerente con gli investimenti e integrato con gli altri stabilimenti italiani del marchio. Nel contempo sarà costituito a Milano un reparto «Stile», dove saranno trasferiti 10 dipendenti.
Secondo l’intesa raggiunta gli esuberi, dichiarati inizialmente in numero di 22, scenderanno a 17. Nello stesso giorno i lavoratori della Mandarina Duck, riuniti in assemblea, hanno approvato l’accordo raggiunto dalle parti.
Il Ministero del Lavoro comunica che con proprio decreto del 14 ottobre 2011 è stato approvato il programma di crisi aziendale per cessazione parziale di attività per il periodo dal 18 luglio 2011 al 17 luglio 2012 con un programma di gestione degli esuberi articolato in un biennio. Con successivo Decreto del 29 novembre 2012 è stato approvato il programma di crisi aziendale per il periodo dal 18 luglio 2012 al 17 luglio 2013. A seguito di detta approvazione è stata autorizzata la concessione del trattamento di cassa integrazione per il medesimo periodo per un massimo di 8 unità.
Da quanto detto la vertenza è già seguita a livello territoriale, ciò tuttavia non esclude che il MiSE possa dare la propria disponibilità all’apertura di un tavolo, ove richiesto dalle parti.
Infine sul piano generale delle politiche industriali del settore manifatturiero, brevemente premetto, che il settore sta attraversando una profonda crisi, anche a causa di debolezze strutturali del nostro sistema produttivo. La crisi economica prosegue senza soluzione di continuità da oltre 5 anni. Per tornare a crescere e a creare nuova occupazione dobbiamo rilanciare la competitività del sistema produttivo. Occorre realizzare i presupposti perché le imprese tornino a investire e ad assumere. Dovremo essere in grado di mettere le nostre imprese in condizioni di competere ad armi pari con i concorrenti europei.
Per rispondere a queste sfide il nostro Ministero vuole identificare alcune traiettorie di sviluppo (driver) sulla scorta anche di quanto già fatto da altri paesi europei (Francia e Germania) tra le quali: industria integralmente ecologica, creatività e agenda digitale. In tali ambiti le attività di ricerca e innovazione e lo sviluppo del capitale umano, attraverso l’utilizzo e la diffusione delle tecnologie industriali, sono la precondizione e l’asse portante.
Alcune misure sono già in corso. Nell’ultimo anno è stata finanziata la nuova «Legge Sabatini», per il periodo 2014 – 2016) un credito agevolato destinato a tutte le PMI per acquisti di beni tecnologici (impianti, macchinari a vocazione produttiva, beni strumentali d’impresa, investimenti per hardware, software e tecnologie digitali). Di recente (fine settembre) è stato pubblicato un bando del Fondo per la crescita sostenibile, finanziato con 300 milioni di euro per investimenti innovativi. Opererà sostenendo progetti di ricerca e sviluppo di piccola e media dimensione nei settori tecnologici individuati da Horizon 2020. Naturalmente un tema orizzontale e cruciale è la carenza di capitali e la stretta creditizia.
Un contributo importante per l’accesso al credito è stato dato dal Fondo centrale di garanzia le cui modalità di funzionamento e la portata sono state nel corso degli ultimi anni migliorate. Con la Legge di Stabilità, la dotazione del Fondo per il prossimo triennio è stata aumentata di 1,8 miliardi di euro, che dovrebbero attivare circa 27 miliardi di ulteriori crediti garantiti.
Infine per attrarre gli investimenti esteri, il Governo ha varato il Piano «Destinazione Italia», attualmente in fase di consultazione pubblica. Il Piano prevede, tra l’altro, il completamento delle azioni di liberalizzazione della finanza d’impresa.
Per rispondere a queste sfide il nostro Ministero vuole identificare alcune traiettorie di sviluppo (driver) sulla scorta anche di quanto già fatto da altri paesi europei (Francia e Germania) tra le quali: industria integralmente ecologica, creatività e agenda digitale. In tali ambiti le attività di ricerca e innovazione e lo sviluppo del capitale umano, attraverso l’utilizzo e la diffusione delle tecnologie industriali, sono la precondizione e l’asse portante.
Alcune misure sono già in corso. Nell’ultimo anno è stata finanziata la nuova «Legge Sabatini», per il periodo 2014 – 2016) un credito agevolato destinato a tutte le PMI per acquisti di beni tecnologici (impianti, macchinari a vocazione produttiva, beni strumentali d’impresa, investimenti per hardware, software e tecnologie digitali). Di recente (fine settembre) è stato pubblicato un bando del Fondo per la crescita sostenibile, finanziato con 300 milioni di euro per investimenti innovativi. Opererà sostenendo progetti di ricerca e sviluppo di piccola e media dimensione nei settori tecnologici individuati da Horizon 2020. Naturalmente un tema orizzontale e cruciale è la carenza di capitali e la stretta creditizia.
Un contributo importante per l’accesso al credito è stato dato dal Fondo centrale di garanzia le cui modalità di funzionamento e la portata sono state nel corso degli ultimi anni migliorate. Con la Legge di Stabilità, la dotazione del Fondo per il prossimo triennio è stata aumentata di 1,8 miliardi di euro, che dovrebbero attivare circa 27 miliardi di ulteriori crediti garantiti.
Infine per attrarre gli investimenti esteri, il Governo ha varato il Piano «Destinazione Italia», attualmente in fase di consultazione pubblica. Il Piano prevede, tra l’altro, il completamento delle azioni di liberalizzazione della finanza d’impresa.