Mozione sul Femminicidio

Mozione sul Femminicidio

La Camera,
premesso che:
a seguito di un partecipato ed approfondito dibattito parlamentare, il 28 maggio 2013, la Camera dei deputati con voto favorevole dei presenti, espresso all’unanimità, ha approvato il progetto di legge parlamentare recante ratifica della «Convenzione del Consiglio d’Europa contro la violenza sulle donne e la violenza domestica» (Convenzione del Consiglio d’Europa fatta a Istanbul l’11 maggio 2011);
nel corso del dibattito parlamentare sono stati approvati dal Governo ordini del giorno volti ad adottare, in tempi brevi, misure legislative e di altro tipo, necessarie ad attuare quanto previsto nella Convenzione di Istanbul;
la Convenzione di Istanbul elenca tra le varie gravi forme di violenza, la violenza domestica, le molestie sessuali, lo stupro, il matrimonio forzato, i delitti commessi in nome del cosiddetto «onore» e le mutilazioni genitali femminili, che costituiscono una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze ed il principale ostacolo al raggiungimento della parità dei sessi,
impegna il Governo:
ad adottare, sostenere ed accelerare ogni iniziativa normativa, nazionale ed internazionale, volta a recepire nell’ordinamento interno, con i necessari passaggi parlamentari e in coordinamento con le forme di protezione internazionale già recepite per effetto di altri trattati e atti comunitari, quanto contenuto nella Convenzione d’Istanbul nel rispetto dello spirito della stessa, che si fonda sulle linee guida necessarie ad un’efficace lotta alla violenza contro le donne, ovvero prevenzione, protezione, repressione, monitoraggio e integrazione delle singole politiche;
ad adottare, altresì, tutte le misure di carattere amministrativo idonee a promuovere una cultura che renda effettivo il pieno riconoscimento dei diritti umani delle donne, la loro dignità, libertà ed uguaglianza;
a promuovere, in questo quadro, ogni azione di contrasto a persecuzioni, violenza contro le donne, le bambine e i bambini e contro il femminicidio;
a predisporre e attuare un nuovo Piano nazionale contro la violenza, le molestie, gli atti persecutori, i maltrattamenti sulle donne, fondato sulla prevenzione, protezione e certezza della pena;
ad istituire in tempi rapidi un Osservatorio permanente nazionale nel quale convergano flussi stabili di dati sulla violenza, provenienti dai vari Ministeri coinvolti, dall’Istat, dai centri antiviolenza e da istituzioni pubbliche e private;
ad introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado specifici progetti e corsi di educazione all’affettività e alle relazioni nonché a promuovere e sostenere, nelle università, studi di genere, con risorse adeguate;
a favorire una corretta formazione di operatori sanitari, sociali, del diritto, dell’informazione e delle forze dell’ordine al fine di assicurare alla vittima aiuto e supporto adeguati;
a promuovere campagne di sensibilizzazione, numeri verdi, numeri di pubblica utilità in diverse lingue;
ad adottare le opportune iniziative volte a promuovere, nell’esercizio dell’attività giornalistica, nei messaggi pubblicitari, nei palinsesti e nelle trasmissioni di radio e televisione, nei nuovi media, anche attraverso metodologie di autoregolamentazione, il rispetto della dignità delle donne e della soggettività femminile, nonché a prevenire ogni forma di discriminazione di genere o femminicidio;
a potenziare i servizi e le misure di assistenza delle vittime di violenza, prevedendo un’organica risposta a livello territoriale, che coinvolga associazioni, centri antiviolenza, reti, movimenti ed istituzioni al fine di rendere omogenee l’assistenza e la protezione delle donne e dei loro figli, anche mediante la destinazione di immobili o porzioni di immobili pubblici in tutto o in parte inutilizzati;
a favorire, in questo quadro, la collaborazione e la cooperazione tra i soggetti pubblici e privasti (pronto soccorso, sportelli, forze dell’ordine, associazioni, servizi sociali e comunali, uffici giudiziari) e promuovere, su tutto il territorio nazionale in accordo con la Conferenza Stato-regioni, un sistema pubblico integrato di servizi, che assicuri anche la presenza di mediatori culturali a tutela delle donne di altri Paesi;
a riconsiderare e rivisitare la legislazione vigente – anche attraverso la disposizione di apposite indagini conoscitive – in particolare per il femminicidio, al fine di individuare idonei strumenti di protezione e assistenza delle vittime e condizioni di procedibilità dei reati, garantendo celerità nei processi ed effettività della pena;
ad individuare un’assistenza specifica per i minori, che siano state vittime, dirette o indirette dei fenomeni di persecuzione e di violenza;
a ripristinare ed implementare il fondo a sostegno del Piano nazionale di azione contro la violenza sulle donne in ogni forma ed espressione;
a presentare alle Camere annualmente una relazione sullo stato di attuazione del nuovo Piano nazionale antiviolenza, delle normative e del dati elaborati dall’Osservatorio.
(1-00067) «Speranza, Binetti, Brunetta, Locatelli, Migliore, Mucci, Rondini, Giorgia Meloni, Blazina, Malisani, Capelli, Tabacci».


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