No al Nido nel carcere Dozza

No al Nido nel carcere Dozza

Il garante dei detenuti ha ragione, MEGLIO USARE RISORSE PER LE CASE PROTETTE. I bambini non devono stare in carcere, per questo e’ da respingere l’ipotesi della ristrutturazione di una parte del carcere bolognese della Dozza per adibirla ad asilo nido ed e’ da condividere l’allarme lanciato dalla Garante dei detenuti Elisabetta Lagana’”. Le parlamentari del Partito democratico Sandra Zampa, Donata Lenzi e Marilena Fabbri si schierano dunque senza esitazioni dalla parte della Garante, che proprio ieri si e’ detta contraria al progetto di “ristrutturare una parte del ‘braccio’ femminile della Dozza per adibirla a nido”, in quanto “la ‘sindrome di prisonizzazione’ vissuta dalla madre puo’ facilmente ed inevitabilmente essere trasmessa al figlio che vive nello stesso luogo”, citando come esempio proprio il caso di “una mamma con due bambini di 18 e cinque mesi, entrata il 3 marzo in custodia cautelare alla Dozza”. Il bambino piu’ grande, dice Lagana’, manifestava “i tipici segnali derivati dal permanere in un luogo assolutamente incompatibile con l’infanzia: forte stato di agitazione, pianto, angoscia e ribellione, pugni picchiati contro la porta della sala colloqui quando veniva chiusa”. Ora le parlamentari dem fanno proprie le preoccupazioni della Garante, tanto che hanno deciso di “inviare una lettera urgente al ministro della Giustizia Andrea Orlando per chiedere che le risorse per l”asilo nido siano invece finalizzate alla ricerca e alla messa in ordine di strutture idonee all’accoglienza delle madri detenute”. La soluzione ideale, secondo loro, sarebbe quella della “casa protetta, perche’ i bambini esposti alla vita del carcere subiscono danni gravissimi e, a volte, irreversibili sul piano psicologico”. Un fatto inammissibile, dicono le esponenti Pd, secondo cui “le risorse vanno individuate e indirizzate con l”obiettivo di tutelare l’interesse del minore”.

Lettera aperta al Ministro Orlando:

Caro Ministro,

ci rivolgiamo a Te conoscendo la Tua sensibilità sulla delicata ed annosa problematica della presenza di bambini in carcere al seguito di madri detenute.
Apprendiamo con sconcerto che l’amministrazione penitenziaria della Regione Emilia Romagna sarebbe intenzionata a ristrutturare una parte del ”braccio” femminile della casa circondariale Bologna Dozza per adibirla ad asilo nido, ipotesi rispetto alla quale la Garante dei detenuti dott.ssa Elisabetta Laganà, ha espresso il suo più netto dissenso, al quale ci associamo convintamente.

Le normative del “Decreto 8 marzo 2013-Requisiti delle case famiglia protette”, stabiliscono che il Ministro della Giustizia può stipulare con gli Enti Locali convenzioni per individuare le strutture idonee ad essere utilizzate come case protette che rappresentano un passaggio importante per la piena applicazione della legge 62/11, in quanto consente ai destinatari della norma, se sprovvisti di riferimenti materiali ed abitativi ed in presenza dei requisiti previsti dal decreto, di evitare l’ingresso in strutture penitenziarie, seppur a custodia attenuata quali gli Istituti per detenute madri con figli (Icam).

Molte ricerche evidenziano come la ”sindrome di prisonizzazione” vissuta dalla madre può facilmente e pressocchè inevitabilmente essere trasmessa al figlio che vive nello stesso luogo. In un simile contesto, la realizzazione di case protette costituisce l’unica valida alternativa nell’ottica di tutelare al meglio la salute psico-fisica soprattutto dei bambini.

Il nostro fine ultimo, come siamo certe sia anche il Tuo in questo contesto, è la salvaguardia dei bambini i quali, esposti alla vita del carcere, subiscono danni gravissimi e, a volte, irreversibili sul piano psicologico.

Richiediamo, pertanto un Tuo intervento affinchè le risorse destinate alla presunta ristrutturazione della sezione della casa circondariale Dozza per adibirla ad asilo nido, vengano destinate, attraverso un apposito accordo tra Regione Emilia Romagna e il Ministero da Te diretto, alla ricerca e all’adeguamento di strutture idonee all’accoglienza delle madri detenute con bambini, nell’esclusivo interesse e a piena tutela dei minori coinvolti.

Certe in Tuo fattivo interessamento, Ti ringraziamo e Ti salutiamo cordialmente

Sandra Zampa

Marilena Fabbri

Donata Lenzi


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