Sono intervenuta in aula alla Camera per testimoniare la mia adesione all’azione dei tanti comitati provinciali e regionali dell’INPS, che in tutta Italia stanno lottando per far si che venga rispettato e riconosciuto il diritto legittimo delle donne di andare in pensione con 35 anni di contributi, una volta raggiunti i 57 anni di età, ciò per quanto riguarda le lavoratrici dipendenti, pubbliche e private, e i 58 anni per le lavoratrici autonome, maturandone i diritti entro il 31 dicembre 2015.
La norma, (articolo 1, comma 9, della legge n. 243 del 2004), parla chiaro, si tratta di riconoscerne il diritto sancito. Ora due circolari dell’INPS, la n. 35 a la n. 37 del 2012, in maniera arbitraria, hanno deciso che non di maturazione di diritto ma di effettiva andata in pensione si dovrebbe trattare entro il 31 dicembre 2015.
Questa interpretazione restrittiva va rivista. Ci sono le possibilità, ci sono le risorse per farlo senza incrementare la spesa previdenziale, c’è stato addirittura un pronunciamento di quest’aula così come quella del Senato, attraverso una risoluzione.
Mi rivolgo al Governo affinchè venga fatta al più presto chiarezza e soprattutto si trovi un rimedio definitivo alla questione posta.
E’ giusto che venga riconosciuto a migliaia di lavoratrici il loro ruolo nella società nella pienezza dei loro diritti, delle loro scelte e della loro dignità.