I commenti e alcune dichiarazioni, comparse stamani sulla stampa, che attribuiscono ai neo eletti in parlamento, scelti con il metodo delle primarie, il ruolo di franchi tiratori nell’elezione del Presidente Romano Prodi, non corrispondono in alcun modo alla realtá ed appaiono strumentali per tentare di trovare capri espiatori sui quali scaricare la responsabilitá di questo gravissimo risultato ai danni del Paese.
Non possiamo in alcun modo accettare questo attacco senza fondamento:
1) Perchè abbiamo convintamente sostenuto la candidatura a Presidente della Repubblica di Romano Prodi, di cui condividiamo i valori di riferimento quale padre fondatore dell’Ulivo e fervente difensore della Costituzione, nonchè quale figura politica di grande prestigio che continua a guardare e a parlare al futuro in qualitá di economista, europeista e persona impegnata a livello internazionale in rappresentanza dell’Onu;
2) perchè proprio in quanto eletti con le primarie abbiamo l’abitudine di metterci sempre la faccia ed affrontare apertamente e direttamente le battaglie nelle sedi politiche e/o pubbliche opportune senza nasconderci dietro il comportamente politicamente vigliacco del voto segreto in urna; battaglia che abbiamo condotto a viso aperto e con grande tormento nella scelta di scheda bianca nel terzo scutinio di voto per l’elezione a Presidente della Repubblica di Franco Marini.
Non ci stiamo quindi al gioco post voto di caccia alle streghe di chi oggi sostiene che questo risultato disastroso sia da addebitare alla irresponsabilità di una nuova generazione di parlamentari, come lo stesso Roberto Speranza, al quale rinnoviamo la stima e la fiducia, ha oggi evidenziato.
Il voto con le primarie ha probabilmente generato in noi una maggiore sensibilitá alle rimostranze del territorio e alle sue aspettative politiche, sensibilitá di cui andiamo particolarmente orgogliosi e a cui non intendiamo rinunciare in alcun modo.
Questa capacitá di “tenere l’orecchio a terra” non riduce in noi la consapevolezza e la capacitá che il nostro ruolo di parlamentari della Repubblica richiede di saper coniugare il richiamo del territorio con l’esercizio delle responsabilitá istituzionali di rilievo nazionale che siamo chiamati a svolgere in questa fase politica di particolare crisi della credibilita politica della classe dirigente.
Purtroppo, questo è un partito dilaniato da vecchi rancori che proprio noi vogliamo scardinare. Rancori che si sono consumati ieri in aula e che hanno prodotto il triste e vergognoso risultato di ieri. Adesso siamo concentrati per mettere in sicurezza le istituzioni democratiche del Paese, votando Giorgio Napolitano a Presidente della Repubblica e iniziando a dare le risposte urgenti di cui il paese ha necessità.
Un minuto dopo dobbiamo lavorare perché il Pd abbia una nuova vita.
Paolo Bolognesi
Umberto D’Ottavio
Marilena Fabbri
Francesco Laforgia
Marianna Madia
Alessia Morani
Alessandra Moretti
Irene Manzi
Roberto Rampi
Alessia Rotta